Tab Article
Cosa significa raccogliere le tracce di un bambino? Avere in mente binari precostituiti che egli deve percorrere, strade a senso unico in cui avviarlo e condurlo, magari stabiliti a tavolino e sulla scorta di qualche manuale psicopedagogico; ovvero guardare la "forma" di quel bambino a "zigzag", che apparentemente non sta dentro il percorso programmato dall'insegnante ed aguzzare sguardo e sensibilità per cogliere proprio le "sue" tracce. È un'attenzione educativa che deve maturare nell'insegnante affinché "questo" bambino fiorisca nelle sua irripetibile individualità, intendendo l'educazione come rapporto personale in cui l'adulto comunica sé. Educare non è anzitutto una tecnica o un metodo, ma comunicazione di sé, del proprio modo di rapportarsi con il reale, secondo quell'ipotesi di significato (per cui vale la pena vivere ed impegnarsi), sperimentata buona per sé e quindi comunicata all'altro per un amore al suo destino. Tale concezione di educazione porta ad un'azione formativa che parte dalla consapevolezza dell'insegnante come soggetto della formazione. In questa la specificità dell'azione di "formazione" che si differenzia da quella di "aggiornamento". Quest'ultima comporta un'istanza esterna - legislatore, dirigente, esperto - che decide cosa è nuovo. La formazione, invece, parte dall'esperienza quotidiana dell'insegnante, forma la capacità di leggere l'esistente, valorizzandone i significati, individua prospettive, percorsi, strumenti.